L’ansia è una sensazione scomoda, nella vita di tutti i giorni come al lavoro. Quando accompagna l’attività di trading, però, diventa addirittura pericolosa. Sia chiaro, l’ansia è una risposta agli stimoli esterni, un modo che ha l’organismo di organizzare le risorse fisiche e mentali, quindi in un certo senso è positiva. Quando però interferisce direttamente sulle performance, ed è il caso dell’ansia da trading, allora c’è qualcosa che non va. La risoluzione del problema diventa inderogabile quando il trader viene colto da un’ondata di ansia così forte da non riuscire a rispettare il suo stesso piano di trading o ha difficoltà ad aggiornarlo e dirigerlo. In parole povere, l’ansia da trading è patologica quando è paralizzante.
La cattiva notizia è che tutti i trader, anche i più esperti, prima o poi provano un’ansia da trading di questo tipo. La buona notizia è che si può fronteggiare, anche se sconfiggerla del tutto è un’impresa davvero ardua. Ecco qualche consiglio utile in tal senso.
Risk Management
Il primo consiglio è quello di impegnarsi nel risk management, ossia nella disciplina che cerca – con risultati soddisfacenti – se la si padroneggia, di tenere a bada il rischio. Non c’è da stupirsi: l’ansia deriva dalla paura di perdere il capitale, quindi in un certo senso ha molto a che vedere con il concetto di rischio. Il meccanismo che sta alla base è semplice: il rischio si riduce, a sua volta si riduce la paura, l’ansia scompare o diminuisce.
Ovviamente, il risk management non è una disciplina che si impara dall’oggi al domani, anche perché cambia pelle e forma (ma non i principi di base) in base allo stile di trading. Trovare l’approccio che meglio si adatta al proprio stile è un processo lungo, al quale si approda, spesso, per errori.
Diminuire la posta in gioco
Se il risk management non dà buoni risultati, quindi non è sufficiente a tranquillizzare il trading o necessita di essere perfezionato, una soluzione temporanea potrebbe essere quella di ridurre la dimensione delle posizioni in maniera, per così dire, manuale.
Tagliarla di netto, dimezzandola o riducendola a un terzo… E’ soggettivo. Soprattutto, non è frutto di un calcolo specifico o di un modello di sizing. Semplicemente, si abbassa la posta in gioco e basta, in attesa che l’ansia si sciolga o si maturino competenze per il controllo del rischio a lungo termine. Anche qui, il concetto a cui tutto ruota attorno è quello della paura (nello specifico, di perdere il capitale).
Investire solo gli utili
Anche questo è un consiglio di natura contingente, temporaneo, non sistemico. E’ una medicina che cura il sintomo che, ripetiamolo, è l’ansia da trading che deriva dalla paura. In questo caso, si lavora sulla percezione della perdita. Ora, è pacifico che perdere una cosa che si possiede da poco tempo è meno stressante che perdere una cosa che si possiede da molto tempo. Ebbene, si può tradurre questo pensiero anche nel trading. Molto banalmente, investendo solo gli utili, senza intaccare il patrimonio di base. Certo, è un metodo drastico, che riduce di moltissimo le dimensioni della posizione (anche se dipende da quanti e quali trade vincenti sono stati registrati nel recente passato) ma ha un effetto decisamente tranquillizzante.
Riposarsi
Può sembrare scontato, ma non lo è affatto. Riposarsi è il consiglio più semplice e allo stesso tempo più utile che un trader vittima dell’ansia può fare suo. Non è scontato perché l’over-trading è diffuso, è over-tradare vuol dire presenziare il mercato in maniera massiccia, sfruttare tutte le occasioni, stressarsi. Inoltre, se l’ansia da trading ha preso il sopravvento e non si riesce a sconfiggerla, è bene sospendere le attività per un po’ prima che la mancanza di lucidità crei guai.
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